Mercoledì, 24 Aprile 2024

Quintino Sella

 

Il Quintino Sella era un cacciatorpediniere Italiano, costruito nel 1935, che servì nella Regia Marina durante la II Guerra Mondiale.

 


Queste unità furono i primi cacciatorpediniere progettati in Italia dopo la fine della Prima Guerra Mondiale. Nell’elaborazione del progetto si tennero pertanto in debito conto l’esperienza acquisita nell’impiego bellico di questo tipo di silurante, nonché i prevalenti indirizzi seguiti in quell’epoca dalle principali Marine in fatto di cacciatorpediniere.
Rispetto alle unità similari, di precedente progettazione, i “Sella” risultano potenziati:
- nel dislocamento, che si avvicinò alle 1500 T in pieno carico;
- nella velocità contrattuale, che venne elevata a 35 nodi;
- nell’armamento di artiglieria principale, adottando il calibro di 120 mm;
- nell’armamento silurante, con l’adozione dei siluri da 533 mm.
Praticamente questi cacciatorpediniere, come dimensioni e come armamento, uguagliarono o superarono le unità di precedente costruzione denominate “esploratori” nella Marina Italiana, “eclaireurs leger” dai Francesi, “flottilla leaders” dagli Inglesi e “ Flottillenfurerschiffe” dai Tedeschi.
Dotati di più potenti, moderni e perfezionati apparati motori, i “Sella” svilupparono velocità sensibilmente superiori a quelle sino da allora raggiunte dagli esploratori. Alle prove di accettazione, con dislocamento sulle 1050 T, superarono di molto la velocità contrattuale; l’unità più veloce di questa classe, il Crispi, alle prove ufficiali a tutta forza (durata di tre ore) raggiunse la media di ben 38,6 nodi.
La compartimentazione interna di questi caccia rappresentò un ulteriore perfezionamento rispetto a quelli di precedente progettazione; lo scafo, nella sua parte centrale, risultò diviso in sei compartimenti stagni compresi fra due paratie longitudinali e sette paratie trasversali.
I “Sella” furono dotati, a titolo sperimentale, di una centrale di tiro meccanica Salvagnini, con frittata di tipo SFT francese e trasmettitori Siemens, che poteva essere impiegata anche per il tiro notturno.
Nel settore dell’armamento, come è già stato accennato, l’adozione del calibro da 120 mm, per le artiglierie principali, e dei siluri da 533 mm. rappresentò un decisivo balzo verso cacciatorpediniere sempre più potentemente armati. Dopo pochi anni di esercizio (1929), l’impianto singolo prodiero e quello binato poppiero vennero sostituiti con complessi binati alleggeriti dello stesso calibro, adeguando in tal modo le artiglierie a quelle dei nuovi caccia che erano già entrati in servizio ( cfr. classe “Sauro”). Notevole fu il quantitativo di mine imbarcabili (da 32 a 40 a seconda del tipo d’arma), senza inutilizzare le artiglierie poppiere, che nei “Sella” furono sopraelevate sul ponte di coperta a mezzo di apposita virola con relativa plancetta.
Dopo il 1930 l’armamento contraereo venne potenziato con l’aggiunta di due mitragliere singole da 13,2 che furono piazzate in controplancia.
Per quanto riguarda l’apparato generatore e motore si ebbe maggiore semplicità di esercizio e soprattutto si raggiunse una potenza mai realizzata sino ad allora su naviglio silurante (impiego del vapore surriscaldato).L’apparato motore del Crispi, costituito da turbine Belluzzo completamente ad azione, mentre risultò indovinato come progettazione, non fornì durante l’esercizio le stesse prestazioni di quelle delle unità similari, principalmente perché gli acciai adoperati nella costruzione non avevano ancora raggiunto la perfezione necessaria per tale tipo di turbina. Dopo otto anni di esercizio, nell’estate del 1935, le turbine vennero inutilizzate da avarie e nel 1936/37 furono sostituite con altre dello stesso tipo Belluzzo, leggermente modificato, che, costruite con materiali di più elevate prestazioni, confermarono la bontà del progetto.
Nel 1938, durante un turno di lavori, il Sella sostituì, a titolo sperimentale, una delle caldaie originali con altra tipo La Mont a circolazione forzata, di potenza leggermente inferiore, ma di elevate prestazioni, onde aumentare l’autonomia a velocità economica.
L’esperimento dette buona prova, ma le altre tre unità della classe non effettuarono analoga sostituzione perché per due di esse erano state iniziate trattative di cessione alla Svezia e il Crispi aveva da poco effettuato importanti lavori; successivamente lo scoppio del Secondo Conflitto Mondiale fece passare la cosa in secondo piano. Le due unità di questa classe che rimasero alla Marina Italiana, dopo le prime esperienze belliche modificarono l’armamento contraereo, sostituendo le vecchie mitragliere da 40/39 con moderne 20/70 Oerlikon; le mitragliere da 13,2 furono spostate sulla plancetta poppierea.
A parte le caratteristiche già messe in evidenza, questi caccia si dimostrarono nell’esercizio piuttosto leggeri nelle strutture e non molto stabili; nel 1927-28 vennero pertanto rinforzate le parti più deboli e furono applicate alette di rollio di notevole lunghezza e larghezza. Con tali perfezionamenti i “Sella” divennero, nel complesso, dei buoni caccia: abbastanza marini, molto manovrieri, comodi e relativamente semplici. Peraltro la modesta altezza della coperta sul mare in pieno carico e la non robusta portelleria di coperta costituirono serie difficoltà 

alla navigazione in condizioni avverse di mare.

Attività

Nell’estate 1926 compì una lunga crociera in porti greci, isole del Dodecanneso, Famagosta, Alessandria d’Egitto e Tobruk per rodare i macchinari e gli impianti. Fu poi dislocato a Livorno a disposizione dell’Accademia Navale alzando l’insegna di Capo Gruppo delle unità adibite alle esercitazioni degli allievi. A fine febbraio 1927 fu sostituita dal Cascino ed entrò a far parte della 7° (poi 4°) Squadriglia Ct della Squadra.Nel 1928 fu in breve visita a Majorca; nel 1929 effettuò una crociera con il Riccasoli e il Nicotera nei porti mediterranei e atlantici della Spagna spingendosi fino a Lisbona e rientrando in acque metropolitane dopo aver sostato a Tripoli.Anche nel 1930-31 effettuò crociere estive nel Dodecanneso ed in porti greci con unità della 1° Squadra. Venne poi assegnato alla 2° Squadra come unità di riserva divisionale a Taranto. Nell’agosto 1932 entrò a far parte della 6°Divisione (a Venezia) rimanendovi per più di tre anni e disimpegnando attività addestrativi prevalentemente in Alto Adriatico.
Dopo una breve ad degnazione alle Forze dipartimentali di La Spezia nei primi mesi del 1936 fu inviato in Egeo per servizio in quel Possedimento e collegamenti con la Cirenaica. Rientrato in acque metropolitane alla fine del 1937, fu assegnato alla 4° Squadriglia dipartimentale con sede a Brindisi disimpegnando modesta attività locale.

Nel maggio 1939 le unità della 4° Squadriglia furono trasferite a La Spezia. Nel corso dell’estate dello stesso anno il Sella fu dislocato cone stazionario nel Dodecanneso.
All’entrata in guerra dell’Italia l’unità si trovava dunque in Egeo dove esplicò prevalentemente la sua attività bellica.
Dopo l’inizio delle ostilità contro la Grecia partecipò all’occupazione di varie isole greche, intensificando inoltre il servizio di protezione del traffico nell’Egeo.
L’attività bellica comportò 116 missioni di scorta oltre ad una dozzina di missioni di vario genere, fra le quali alcune a carattere offensivo per intercettazione di forze britanniche durante le operazioni di Creta; nell’esplicare tale attività il caccia percorse 44.000 miglia in zone intensamente contrastate dall’avversario.
Alla data dell’armistizio il Sella si trovava a Venezia per lavori. L’11 settembre salpò per trasferirsi a sud, ma a circa 30 miglia dal Lido, fu attaccato da una motosilurante germanica – celatasi dietro un piroscafo transitante nella zona – e, colpito in pieno da due siluri, affondò rapidamente.

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